domingo, 30 de septiembre de 2007

EN GENOVA PARECE QUE HACE FRIO


















www.cpc.ncep.noaa.gov Il grafico dell'andamento termico genovese degli ultimi tre mesi, con uno scarto dalla norma di -1,7°C.

Sorprendono i dati della temperatura di Genova, città che ha subìto un sensibile raffreddamento a partire dai mesi estivi.

Notiamo, infatti, una persistente anomalia negativa della temperatura di almeno 1 o 2 gradi centigradi, fatto probabilmente legato alle temperature del mare circostante, che risultano inferiori alla norma sia sul Mediterraneo, sia soprattutto sull'Atlantico orientale, già da alcuni mesi.

Esaminando infatti il grafico emesso dal NOAA delle temperature genovesi, notiamo un'anomalia termica di grossa portata, con una temperatura inferiore alla norma di -1,7°C negli ultimi tre mesi, da Luglio a Settembre.

Si tratta di un'anomalia che non trova riscontro nelle altre località italiane, anche se mediamente Settembre è stato fresco, ed Agosto lo è stato in alcune località settentrionali.

Questo mese settembrino viaggia con uno scarto dalla norma di -1,5°C.

La giornata del 27 settembre scorso la possiamo addirittura considerare storica, per la città ligure.

La temperatura minima di +9,0°C registrata all'aeroporto di Genova Sestri non era mai stata rilevata in Settembre da circa 60 anni.

Le rilevazioni di Genova Università riportano di un record storico di freddo, quale media giornaliera, misurato il giorno 15 settembre 1972, di +12,1°C, che è la media più bassa dall'inizio delle rilevazioni nel 1833.

Ebbene, tale media giornaliera è stata uguagliata proprio il giorno 27 Settembre scorso, quando si è avuta una temperatura minima di +8,9°C ed una massima di +15,2°C, unitamente alla caduta di 28,6 mm di pioggia.

Tale media è addirittura più bassa del record storico all'aeroporto di Sestri, ove è stata pari a +11,8°C, inferiore alla norma di 8-9°C.

Si tratta quindi di un'ondata di freddo settembrina con pochissimi precedenti negli ultimi due Secoli, in Liguria, ma che rientra in un trend di raffreddamento iniziatosi improvvisamente alcuni mesi fa.

jueves, 27 de septiembre de 2007

Nevicate insolite sull'Appennino Settentrionale











Una vasta circolazione depressionaria centrata sul Golfo Ligure sta interessando il nostro Paese.

Le isoterme a 500 hPa raggiungono i -28°C sulla Francia meridionale, e tale aria fredda in quota alimenta continuamente la depressione mediterranea.

Ma il freddo in quota, oltre a provocare temporali a contatto con il nostro suolo ancora relativamente caldo, determina anche nevicate a quote insolite per la stagione, non solamente sull'Arco Alpino, ma anche sull'Appennino Settentrionale.

Sul Monte Cimone, a 2165 metri di quota, in Emilia, la temperatura delle ore 14 è stata di 0,0°C, con una minima notturna di -0,6°C, temperature che non sono tipiche di questo mese di Settembre, nel quale dovrebbero aggirarsi attorno ai +5°C per quanto riguarda le minime, ed i +10°C per le temperature in pieno giorno.

Del resto i radiosondaggi di questa notte indicavano temperature di 3-4°C sopra lo zero, sul Nord Italia, a circa 1350 metri di altezza, con zero termico attorno ai 2200 metri, ma si sa che i fenomeni temporaleschi causano un abbassamento della quota della neve che può arrivare perfino a 1000 metri in meno di tale livello.

Spruzzate di neve legate a tali fenomeni temporaleschi si sono quindi verificate questa mattina sull'Appennino Settentrionale anche a quote relativamente basse, oltre i 1500 metri di quota, dove il fenomeno ha attecchito.

Si tratta di quote piuttosto insolite, per l'Appennino, essendo ancora nel mese di Settembre.

Le prime nevicate si verificano, solitamente, tra Ottobre e Novembre, anche se negli ultimi decenni la prima neve cade sempre più tardi, spesso nella seconda metà di novembre.

Si tratta di un fenomeno quindi in notevole anticipo sul normale, considerato anche che già vi è stata una breve nevicata appenninica nella prima decade del mese.

Sulle Alpi, nel frattempo, continua a nevicare, su località come Livigno, ad esempio, sul Passo dello Stelvio, ed in altre località situate a quote di almeno 1700-1800 metri di altezza.

el ozono bien

Sin noticias del agujero


El agujero de ozono de la Antártida no es noticia. Y sin embargo, como las uvas y los higos, está de temporada.

El "agujero" no es un agujero. Es una disminución temporal, que dura de agosto a diciembre, en el total de ozono que hay sobre la Antártida. Se considera que hay "agujero" allí en donde el ozono total en la columna de aire, desde el suelo hasta la estratosfera, no supere las 220 unidades dobson, o lo que es lo mismo, unos 2,2 milímetros de grosor si todo él fuese traído a ras del suelo.

Arriba pongo el mapa del pasado día 16 de Septiembre en el que se indica la cantidad total de ozono, medido en unidades dobson.

El agujero de ozono de la Antártida, en donde el sol estos días apenas asoma unos grados por encima del horizonte, nunca ha sido peligroso para la población humana.

El agujero de la Antártida suele estar rodeado, como se observa en el mapa, de un anillo de alta concentración de ozono, que lo separa de las zonas pobladas. Quizás llegue a alcanzar el sur de Chile o de Argentina pero en algunas zonas tropicales, véase Indonesia, la cantidad de ozono es también pequeña, poco más de las 220 unidades dobson, y allí el Sol sí que pega. Es lo normal, ahora y siempre.

Cuando, allá por diciembre, se muevan los vientos que giran alrededor de la Antártida y se rompa su trayectoria circular, entrará ozono en el vórtice polar y sobre el continente austral se alcanzarán, como todos los años, máximos mundiales.

Abajo pongo un gráfico de la evolución del área del agujero. Se señala la evolución en diferentes años. La propaganda oficial nos dice que el Protocolo de Montreal, que en 1987 prohibió los CFCs, fue magnífico y resolvió el "problema". En realidad, la extensión del agujero del año pasado (en rojo) superó con creces la media, y este año (rombitos negros) lleva camino de lo mismo.